L'artrosi dell'anca (coxartrosi)
Cos'è la coxartrosi?
E’ una patologia degenerativa che causa la progressiva perdita della cartilagine articolare dell’anca. I fattori di rischio che ne possono determinare la comparsa sono classificati in: modificabili (traumi, atrofia muscolare, sport ad alto livello, particolari attività lavorative) e non modificabili (sesso femminile, aumentata età, familiarità, displasia congenita dell’anca, epifisiolisi, malattia di Perthes).
Come si manifesta?
Normalmente il paziente riferisce un dolore all’anca limitante le attività quotidiane, in particolare le camminate. Il dolore si presenta maggiormente di notte o a riposo, può esser presente una rigidità articolare, sensazione di instabilità o blocco articolare. Clinicamente può esser presente una dismetria tra i due arti (diversa lunghezza), una limitazione articolare con perdita della intra-extra rotazione o della flesso-estensione.
Diagnosi
La diagnosi è prevalentemente clinica, raccolta una esaustiva anamnesi e dopo un completo esame obiettivo. Per valutare il danno articolare e quindi poter stadiare l’artrosi, vengono eseguite dal paziente delle radiografie del bacino per anche e dell’anca interessata in due proiezioni. Radiograficamente l’artrosi si caratterizza da: restringimento della rima articolare, osteosclerosi, presenza di osteofiti e geodi.
Trattamento conservativo
Il trattamento conservativo è volto ad alleviare la sintomatologia dolorosa e la perdita di articolarità che caratterizzano tale patologia. La somministrazione di farmaci antinfiammatori (FANS) per via orale e l'eventuale infiltrazione eco-guidata di cortisonici (solo in casi selezionati e di solito non superando tre iniezioni per ciclo infiltrativo) sono presidi medici che possono aiutare il paziente a superare i periodi più gravi della patologia. In aggiunta si può ricorrere a cicli di chinesiterapia attiva e assistita volti a mantenere il più possibile elastica la capsula articolare, a evitare la formazione di aderenze e a mantenere un adeguato tono muscolare, quindi a conservare le capacità funzionali esistenti cercando di ritardare il peggioramento dei disturbi. Nella maggior parte dei casi tale terapia si dimostra efficace nel migliorare la qualità di vita, pur non riuscendo a limitare la inevitabile progressione della patologia artrosica.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico si rende necessario, qualora la terapia medica e la chinesiterapia (prolungata per un periodo non inferiore ai sei mesi) non siano riusciti a dare sollievo efficace al paziente. Il suo scopo non è quello di ripristinare una normale o completa funzione articolare, bensì quello di limitare il più possibile la sintomatologia dolorosa e consentire l'esecuzione delle più comuni attività quotidiane. Il trattamento chirurgico della patologia degenerativa della spalla consiste nella sostituzione dei capi ossei con delle componenti metalliche e di ceramica/polietilene che vanno a ripristinare la corretta biomeccanica della spalla. La scelta di un intervento così importante deve essere ben ponderato, eseguito da personale medico specializzato, e deve essere fatto con la completa collaborazione del pz il quale sarà uno degli artefici della buona riuscita dell'intervento.